La Sagra, la Festa Patronale e la Pizzica Pizzica
Salento: Sagre, Feste e Pizzica
Sagre, Feste popolari legate, fin dall’antichità, ad una dimensione religiosa, rappresentava un momento di comunione tra l’uomo e le divinità: un rito simbolico di offerte e sacrifici per propiziarsi una buona stagione, o come atto di ringraziamento.
Oggi le Sagre, prevalentemente gastronomiche, esaltano prodotti e piatti tipici locali: frise e friselline, olio d’oliva, vino e profumi della macchia mediterranea e ancora, suoni, canti e danze tradizionali colorano e vivacizzano le feste del nostro Salento!
Storiche sono La Sagre de lu Ranu a Merine; la Sagra te lu Purpu a Melendugno, Sagra de la Municheddha a Cannole e la famosissima Sagra de lu Mieru a Carpigano Salentino, dove insieme al buon cibo, al buon vino, all’allegria sono abbinati concerti e balli di musica popolare salentina. Sono queste le occasioni per scoprire le tradizioni, la magia della Pizzica, la serenità e gioia di un popolo che storicamente aperto e predisposto all’accoglienza di popoli diversi!
Il Salento, terra d’approdo di altri popoli del Mediterraneo, è una terra ricca di cultura e tradizioni, dove sacro e profano, fortemente intrise di culto e mistero,convivono nelle numerose sagre e feste patronali.
Ogni paese ha il proprio santo protettore che, celebrato, venerato e portato in gloria con grande partecipazione, lega indissolubilmente ogni cittadino al proprio paese e alle sue tradizioni: il santo, portato “a spalla” per le vie del paese in interminabili processioni durante le quali si prega, si canta e ci si raccoglie in preghiera, viene accolto e onorato
con botti fragorosi che vengono sparati al suo passaggio. La banda operistica celebra il santo a suon di musica con brani d’opera e sinfonie. A notte inoltrata gli spettacoli pirotecnici chiudono le festività.
..ma intanto..
da un’altra parte del paese in festa, la musica ed il ballo, che sono il cuore della tradizione salentina, impregnate di cultura e storia popolare, prendono vita nella calda atmosfera estiva, i ritmi frenetici della Pizzica che trascinano la folla a danze sfrenate e seducenti. Si forma così la “ronda” (cerchio) e a turno i danzatori ci ballano in mezzo con una tecnica molto elementare che lascia spazio alla fantasia e all’emotività.
Un ballo nato dal rito pagano dell’esorcismo che ha progressivamente acquisito autonomia come forma ritmica e musicale divenendo fenomeno popolare.
La Pizzica nasce come ballo curativo del morso inferto dalla tarantola, un morso micidiale che produce spasmi, dolori muscolari, delirio.
Si parla del cosiddetto fenomeno del tarantismo che vede nel ballo l’espulsione del male, della negatività.
L’origine di questa danza si fa risalire addirittura agli antichi riti dionisiaci.
Si tratta di una vera tarantella popolare della quale è possibile distinguere varie tipologie: la cosiddetta “pizzica tarantata” è quella più conosciuta; è una danza tipicamente femminile con la quale si evoca il mito, vissuto drammaticamente, del morso della tarantola che rende “furiose” le donne fino a farle danzare freneticamente per liberarsi dal male interiore.
La “pizzica de core”, è la danza tra un uomo ed una donna che mima la seduzione: i ballerini non si toccano mai ma volteggiano uno intorno all’altro guardandosi intensamente negli occhi.
Infine, ma non ultima, va annoverata la cosiddetta “danza delle spade”. Questa originale forma di danza deriva certamente da un antico rito di sfida al coltello praticato dagli uomini litigiosi che si incontravano durante le fiere e i mercati.
L’origine del duello è naturalmente da ricercarsi nei tipici regolamenti di conti fra uomini appartenenti alle famiglie d’onore ed in genere tra quelle categorie di persone abituate a risolvere in modo diretto le discussioni e le liti.
Col tempo il duello, che mirava esclusivamente al ferimento e all’eliminazione dell’avversario, si è trasformato in una pura azione dimostrativa, mimata senza armi vere ma con una simulazione rappresentata dal dito indice e dal dito medio protesi: i movimenti del corpo, sinuosamente studiati per schivare o affondare i colpi, devono essere gli stessi dei duelli del passato.
La stessa danza del coltello o delle spade evoca il mito, vissuto gioiosamente, è quello del duello rusticano, la lotta dei coltelli, certo molto frequente nei rapporti di forza tra gli uomini del passato per contendersi la donna amata.
Pingback: Sagre e Feste Patronali 2016 nel Salento|B&B Gallipoli
5 Febbraio 2016