Castro Città Medievale
CASTRO, città medievale (LE)
Nel tratto di costa tra Otranto e Leuca, vediamo un raro esempio di città fortificata: Castro, con il suo porto naturalmente profondo, adatto a navi di grande pescaggio e quindi approdo comodo e sicuro. Per questo motivo fu frequente punto di arrivo delle invasioni piratesche. Per proteggerlo si costruì, già in epoca romana, una rocca che poi divenne bizantina, araba e poi normanna.
La città, antichissima, si pensa sia sia stata fondata dai Cretesi, ma un’altra tradizione la vuole fondata dai Greci. Terenzio Varrone la dice costruita da Idomeneo, altri da Iapige e altri ancora da Diomede. Quindi, passata ai Greci e poi ai Romani fu, appunto, munita di una rocca a difesa della città e del porto e divenne anche centro fiorente di industri e commercio. Oggi, delle antiche mura che circondavano l’abitato, rimangono ancora i resti della contrada chiamata “Palombella”.
Dai registri Angioini del 1282 vengono fornite ampie notizie del castello di Castro che si trova annoverato tra le fortezze d’importanza nazionale insieme ad Ostuni, Taranto, Villanova, Ugento, Torremaggiore.
Nel 1480 la città fu messa a sacco dai Turchi e la rovina fu maggiore quando, poco dopo, scoppiò la peste. L’attuale castello dei Gattinara, che furono feudatari del luogo nel XVI secolo, venne quasi completamente ricostruito in capraro nel 1572 sulle rovine dell’antica rocca a pianta quadrilatera con baluardi ai quattro spigoli.
Poiché dopo il 1480 altre due volte la città venne distrutta dai Turchi che assalirono e in parte diroccarono il castello il Castello – nel 1537 e nel 1573 – questo venne rinforzato ulteriormente dal viceré don Pedro da Toledo. Al centro del Castello fu eretta la residenza del conte e della contessa di Lemos e Castro. La costruzione andò rapidamente in rovina tanto che venne descritta come cadente e semidistrutta nel 1780 dal vescovo della città Monsignor De Luca, che diresse al Re Ferdinando IV una petizione accorata e insistente affinché il castello, ricco di storia ed eccellente per la sua regolare struttura, a spese dell’erario di Stato. Fornendo minuziose indicazioni riguardo alla quantità di denaro necessario per il restauro e con argomenti convincenti, l’intraprendente prelato ottenne da Ferdinando quanto voleva.
La fortezza, alla fine del 1700, aveva, come apprendiamo da un documento dell’archivio diocesano di Otranto, riportato dal Boccadamo (“Castro” Galatina 1971, pag. 10), una circonferenza di 454 passi, era situata in posizione inespugnabile e circondata da “un terrapieno di circa un miglio”). Le sue mura misuravano 35 palmi di altezza e dieci di spessore e terminavano con coronamento merlato.
“In esse mura verso oriente vi sono tre torri alte palmi 45 e larghe 15 ed il castello guardato da quattro torri, l’una quadra alta 84 palmi e larga 40, l’altra di eguale forma alta 56 palmi e larga 43. La terza, rotonda, alta 54 palmi e larga 37 e la quarta alta 73 e larga 40. Vedo occidente vi sono altre due torri, l’una ottagono alta 70 palmi e larga 35, l’altra quadra che raggiunge i 73 palmi.”
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Il porto rimane ancora oggi di straordinaria bellezza. Nei pressi si possono ammirare le grotticelle scavate che servono da magazzini ai pescatori: non è raro vederli mentre stendono le reti per riparale. La decadenza di Castro coincise con la fine del feudalesimo. Il paese ottenne l’autonomia comunale solo a partire dal 1975.
Degna di nota è la Cattedrale romanica della SS. Annunziata che risale, per alcune parti, al 1171. All’interno vi sono dipinti del XVI secolo, come la Pietà del 1591 e i frammenti scultorei del cinquecentesco altare di Antonio Gattinara. L’esterno è tipico del rimano-gotico pugliese, con il bel rosone, gli archetti ciechi, e le farinate decorazioni. accanto vi sono i resti di un’edicola bizantina del X secolo. L’episcopio testimonia la presenza a Castro del vescovo: si sa che nel 681 d.C. Castro fu sede vescovile per vole di San Leone II.
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